L’ultima cena a 9 miliardi di anni luce, presentazione di Barbara Martusciello

L’ultima cena a 9 miliardi di anni luce è un’installazione composta da 13 modelli in vetroresina a grandezza naturale che raffigurano esseri umani dalla sessualità indefinita e abbigliati con tute che richiamano certa cultura visiva di fantascienza. Le 13 entità sono posizionate su una struttura in plexiglass trasparente con luci al neon e si sviluppa su una superficie di circa 50 mq.

Vincenzo Ceccato, autore di questo lavoro di grande impatto emotivo e forza evocativa, immagina che un evento emblematico delle nozioni e dell’immaginario collettivo, che può essere accaduto sul nostro pianeta, possa essere accaduto contemporaneamente in altre parti dell’universo oppure, comprendendo la teoria della relatività, della velocità della luce e della curvatura dello spaziotempo che permea l’universo, stia sempre accadendo, considerando ideali osservatori in moto relativo.

Data la natura complementare dello spaziotempo, ogni elemento dotato di massa si muove sempre alla velocità della luce. Secondo Einstein, infatti, la “velocità combinata del moto di un corpo nello spazio e nel tempo è sempre esattamente uguale alla velocità della luce” e alla velocità della luce il tempo si ferma. Ogni istante-evento, quindi, è fissato per sempre nel filone spaziotemporale: diventa eterno: è come un “fiume ghiacciato” che percorre tutto l’universo e congela per sempre i singoli istanti. Il titolo dell’installazione e la sua stessa formalizzazione –Ultima cena– non sono un riferimento religioso ma rimandano all’opera di Leonardo da Vinci, artista scienziato, e quindi al legame tra arte e scienza intese, queste due, come le più alte espressioni del pensiero umano.

I due campi della speculazione e dell’approfondimento concorrono, ognuno adottando i propri strumenti e linguaggi, con modalità e finalità differenti, a creare un nuovo sapere, diverse prospettive dalle quali guardare le cose ed eterogenei modi di intendere la realtà: insomma, contribuiscono a “ fare mondi”. Vincenzo Ceccato è nato a Roma dove si forma frequentando l’Accademia di Belle Arti con Franco Gentilini.

Alla fine degli anni ’70 fonda con altri artisti di Roma il gruppo Dimensione Altra con cui compie numerose Performance. Negli anni successivi alterna attività espositiva in vari spazi pubblici, musei e gallerie private con opere, allestimenti e performance. Esegue inoltre scenografie con gruppi teatrali sperimentali. La sua ricerca artistica ha radici nella sperimentazione degli anni ’70 e prosegue con particolare attenzione al linguaggio contaminato e alla pratica multimediale sempre rivolta ad un forte carattere ideologico legato al senso del fare arte nella società attuale.

L’ultima cena a 9 miliardi di anni luce
Installazione di Vincenzo Ceccato

RO.MI. Arte contemporanea, Roma
Inaugurazione: Giovedi 21 maggio, ore 19
RO.MI. Arte Contemporanea, Roma.
Vetulonia 55 – 00183 Roma
la mostra è in corso fino al 30 giugno, visitabile dal lunedì al sabato ore 17-20. RO.MI. Via Vetulonia 55, Roma (nei pressi di Piazza San Giovanni in Laterano, Via Magnagrecia). Tel.: 338.8097446

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